Una chiacchierata interessante

In occasione di un soggiorno negli USA ho avuto la possibilità di chiacchierare amichevolmente con uno scienziato premio Nobel che dirige un importante laboratorio di ricerche privato in California, del quale non posso fare il nome per motivi di riservatezza, che per comodità chiamerò professor Isaac.

Ho ricavato una sorta d’intervista che ci racconta le prospettive del futuro della scienza.

Professor Isaac di cosa vi occupate nel vostro centro di ricerche?

Nel nostro centro ci occupiamo di scienza, ma con una proiezione che può apparire fantascientifica. I nostri ricercatori, tutti giovani talenti, direi che sono un po’ matti. Inseguono obiettivi che potrebbero apparire velleitari.

Tre sono i filoni fondamentali di ricerca che stiamo sviluppando in questo momento: nascita e funzionamento dell’universo, funzionamento del cervello, genetica.

Tre ambiti tanto diversi nello stesso centro di ricerca?

Le può sembrare strano, ma questi tre filoni hanno molti punti in comune.

Ci può dare qualche chiarimento?

Potrà capire dopo che le avrò illustrato i nuclei del nostro lavoro.

Parliamo della nascita dell’universo. Potremmo affermare, senza paura di sbagliare, che siamo figli, che l’universo nasce da una riduzione della velocità.

Ovvero?

La velocità della luce, che noi consideriamo costante, non lo è stata nel divenire del nostro universo. Nella sua teoria della relatività generale Einstein aveva considerato come costante la velocità della luce, mentre noi siamo convinti che ad essere un valore costante è l’energia totale dell’universo. D’altro canto non è forse nota la definizione che nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma attribuita all’energia? L

Le mostro un semplice grafico che spiega esattamente il nostro punto di vista:

grafico energia veòlocità

La velocità della luce quando aumenta assorbe e assomma in sé l’energia disponibile sino ad arrivare ad una velocità quasi infinita che riduce l’universo a quasi un punto (universo allo stadio zero). Il grafico mostra come l’energia sia la costante, o è incorporata nella velocità o è dispersa nell’universo.

Questo era un punto insignificante quando la velocità della luce era vicina ad un valore infinito (paradossalmente l’universo era lo stesso fotone che, a quella velocità, metteva in contatto ogni punto nello stesso istante). La brusca caduta della velocità. causata da un fattore sconosciuto, ha rilasciato una grande quantità di energia, fino allora inglobata nella stessa velocità, originando quello che oggi noi chiamiamo universo.

L’universo in un solo punto, difficile da intuire e poco spiegabile.

No, non è così. C’è un modo di spiegare l’universo in un punto, ovvero tutta la materia e tutta l’energia che conosciamo compressa all’inverosimile, immaginando che tale condizione sia legata all’annichilimento di materia ed antimateria e supponendo che l’energia liberata da tale processo venga incorporata nella velocità o di un fotone o di un’altra particella fa lo stesso.

Ma allora quando la velocità passa da infinita a finita…?

Nasce l’universo, anzi due universi, abbiamo ipotizzato un universo binario, due bolle che si espandono simmetricamente, anche se forse non sono perfettamente eguali, una contenente tutta la materia e l’altra tutta l’antimateria. Viviamo una condizione binaria che si ripete anche nel cervello, due emisferi, e nel DNA, formato da due eliche. E questa è una delle prime caratteristica condivisa e comune ai tre temi delle nostre ricerche.

Una velocità che cambia, quindi sarebbe responsabile del nostro esistere?

Stiamo approntando un esperimento che dimostri che la velocità della luce va diminuendo in modo costante, diciamo di qualche chilometro al secondo ogni anno. Non è facile la rilevazione perché misurare una differenza così piccola richiede enormi sforzi, ma siamo sulla buona strada. Quando proveremo ciò la nostra ipotesi sarà confermata.

E quando la velocità sarà vicina allo zero?

L’universo sarà diventato infinitamente grande e immobile, nulla si muoverà al suo interno e questa condizione di congelamento durerà fino a quando non s’invertirà il processo che determinerà il collasso dell’universo stesso che tornerà allo stato di partenza.

Materia ed antimateria che si separano a causa del passaggio della velocità da quasi infinita ad un valore più basso, è così?

Sembrerebbe essere così e possiamo in aggiunta ipotizzare che l’energia di legame che si libera dalla separazione tra materia ed antimateria non sia altro che la forza gravitazionale che non può esistere libera, ma deve aggregarsi obbligatoriamente alla materia, diventandone parte integrante. Siamo convinti che sia quest’onda gravitazionale, liberatasi al formarsi dell’universo binario, ad essere responsabile della nascita della materia per come la conosciamo oggi. L’energia gravitazionale si è così distribuita in tutto l’universo esistente ed oggi non ne troviamo più traccia in forma libera.

Sembra fantascienza!

Con la nascita dell’universo si forma anche lo spaziotempo che noi consideriamo forme di energia come le altre: In un sistema coerente ogni componente, nata dallo stesso processo originario,  non può che essere compatibile, ed allora anche lo spazio è una particella di energia, e pure il tempo  lo è, magari sotto forma di stringa che unisce le cariche dello spazio. Un reticolo della dimensione di 10 alla – 48, che in pratica sostiene la materia presente nell’universo e che ne costituisce il 95% del “peso”. Quelle che gli studiosi chiamano energia oscura e materia oscura non sono altro che lo spazio ed il tempo. Un esempio può chiarire. Il nostro universo può essere visto come una boccia di cristallo piena d’acqua in cui sono disciolte, in vario modo ed a diversi stadi, interagenti tra loro, alcune gocce di colore. Il cristallo rappresenta il limite dell’universo, l’acqua la struttura spazio/tempo, i colori la materia osservabile. Normalmente chi guarda la boccia vede tutto tranne che l’acqua ed ecco perché gli scienziati ancora non ci hanno fatto caso.

Non ci posso credere!

Ma è così, sembra incredibile, ma è proprio così.

Continua

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