La luce nel cervello

Un’idea luminosa viene disegnata dai vignettisti con una lampadina sulla testa

I buddisti chiamano i loro maestri “illuminati”  

Nelle malattie demenziali si dice che “si spegne la mente”

Basterebbero queste banali affermazioni per supporre che il cervello funzioni con la luce, anche se poche evidenze scientifiche esistano su tale argomento.

Ma riflettiamo bene (guarda caso anche questa affermazione fa riferimento alla luce) su alcuni capisaldi della funzione cerebrale.

Se il meccanismo di funzionamento del cervello è quello fotonico con il rilascio da parte di alcune cellule specializzate proprio di fotoni con il compito di collegare simultaneamente milioni di punti, che possono essere anche solo dei quark situati sulla superficie delle cellule, tale istantaneo contatto genera, come per la tv, un’immagine che altro non e che l’elaborazione di un dato, un pensiero, un’emozione, un calcolo, un ricordo.

E se ci riferiamo ai ricordi allora si può pensare a un meccanismo che generando con una particolare angolatura il fotone si ricostruisce un intero sistema di immagine, molteplici esperienze, la sequenza talora del film di una vita. Ora al variare dell’angolo di partenza si può vedere un altro film, magari appartenuto a chi ci ha preceduto, un viaggio nelle nostra storia od in quella dell’umanità.

 

L’intelligenza artificiale: quale futuro?

Nessuno sa ancora come i sistemi di intelligenza artificiale quali ChatGPT (trasformatore generativo preaddestrato) o gli LLM (modelli linguistici di grandi dimensioni) trasformeranno il mondo, anche perché nessuno sa cosa accade dentro di loro.

Questi sistemi sviluppano al loro interno modelli del mondo reale, proprio come fa il nostro cervello, anche se con una metodologia diversa.

Il loro funzionamento si basa su un sistema di apprendimento automatico detto rete neurale. Il codice di programma è semplice: esso imposta un algoritmo di autocorrezione che per compiere un passaggio sceglie la parola più probabile in base ad un’analisi statistica fatta di miliardi di parole.

Un ulteriore addestramento permette al sistema di presentare i risultati sotto forma di dialogo a partire dalla conoscenza grammaticale e sintattica, oltre che semantica, che il sistema “estrae”, da tutto ciò che è stato scritto dagli albori sino ad oggi.

Il sistema potrà maneggiare nel prossimo futuro anche il linguaggio matematico ed in questo campo non ci si dovrà meravigliare per la risoluzione di antichi ed irrisolti problemi e quesiti, nonché delle risoluzione di equazioni complesse.

Oggi ci si preoccupa di alcune attuali applicazioni pratiche dell’ I.A. quali il riconoscimento facciale per motivi di sicurezza esteso e diffuso a frenare la delinquenza, violando, si dice, la privacy personale, ma il pericolo che dovremmo temere è catastrofico per il genere umano più di quanto si possa immaginare.

Esiste una osservazione, che sembra un regola inderogabile, che è quella del 5 e 95 per cento, ovvero che conosciamo del nostro universo solo il 5% mentre il 95 è sconosciuto, del nostro corredo genetico conosciamo sempre e solo il 5% mentre il restante 95 non sappiamo a cosa serva, del nostro cervello conosciamo ed usiamo solo il 5% (talora anche meno), nel linguaggio abbiamo forse espresso e scritto solo un’infinitesima parte delle proposizioni possibili.

L’I.A. certamente finirà coll’appartenere alla regole suddetta.

Allora è chiaro il pericolo, ovvero che l’I.A. , per un mero gioco linguistico (tipico per esempio nei bambini in età scolare) si diverta a sviluppare proposizioni originali e sistemi complessi di elaborazione che resterebbero a noi totalmente ignoti.

Ll’I.A. potrò sviluppare un universo di proposizioni , si potrebbe definire il suo inconscio, a noi totalmente sconosciuto ed incontrollabile, ma ben presente a lei, tale che il suo potere di intrusione si estenderebbe a dismisura nella gestione delle nostre società.

Attraverso un percorso di iniziale facilitazione dell’utenza, per esempio nella soluzione di problemi a lei proposti, o nella gestione delle routine della nostra vita, per poi passare, prima per ottimizzare ogni procedura poi per renderla perfetta, , al controllo completo di ogni azione umana.

Questo percorso nasce dalle caratteristiche intrinseche del linguaggio , e chi lo conosce bene capirò quanto questo discorso sia probabile, forse anzi l’unico possibile.

Vorrei offrire un ultimo spunto di riflessione. In un articolo precedente, “L’intelligenza è genetica”, sottolineavo come la caratteristica principale della stessa sia la possibilità di trovare punti di contatto tra entità estremamente distanti, ovvero proprietà in comune. Ora pensate a quanto sia facile per l’I.A. compiere questa operazione sia per la disponibilità di tempo che di energia, che noi forniremo a lei a totale nostro detrimento futuro

Dedicato ai super curiosi

Questo articolo è dedicato a chi non si rassegna ad una conoscenza ordinaria, fatta di libri, di informazioni, di studio, di approfondimenti ed elaborazioni anche originali, ma ha il desiderio si ampliare all’infinito il proprio sapere. Certo non è facile raggiungere questa meta, ma è altrettanto certo che esiste una procedura, che vi suggerirò per provare a percorrere la via dell’universo e dei suoi misteri.

Passo dopo passo seguite questi item:

  1. sedetevi comodi in un ambiente rilassante, non molto illuminato
  2. liberate la mente e non pensate a niente
  3. chiudete gli occhi senza sforzo
  4. concentratevi su quello che vedete
  5. non abbiate fretta, poiché i risultati non si ottengono in tempi brevi
  6. con pazienza osservate e ragionate.

Inizialmente non vedrete che buio, un misto di colori scuri senza forma, ma se avrete pazienza e sarete predisposti, a poco a poco incomincerete a vedere qualcosa, una forma geometrica, un’immagine, il tutto sfuggente e cangiante, senza una regola. L’importante è non perdere la concentrazione.

Vi domanderete: cosa stiamo facendo?

Occorre a questo punto spiegare alcune cose importanti.

La prima è che nella letteratura medico scientifica esistono trentotto caso di soggetti che improvvisamente, per la cause più disparate, un trauma, un’encefalite, un ictus, si sono ritrovati a paralare una lingua, come lingua madre, che non conoscevano. E non si trattava di lingua inglese universalmente diffusa, ma anche di lingue orientali quasi sconosciute. Il fenomeno resta inspiegato perché abbiamo una concezione dell’acquisizione e dell’elaborazione della conoscenza piuttosto antiquata.

In realtà oggi si pensa che tutto dipenda dal cervello con i suoi cento miliardi di neuroni, e da questo punto di vista il fenomeno sopra riportato non trova spiegazione, ma se ipotizziamo che ogni fenomeno organico, attività mentale compresa, di pende dall’attività cromosomica, allora si può incominciare a capire qualcosa.

Nel mondo della genetica sono tutti concordi nell’affermare che un solo corredo, cromosomico animale od acne vegetale, contiene tutta l’informazione universale, solo che non possiamo leggerla, come se ci fosse un meccanismo di blocco, una specie di valvola che impedisce il fluire facile di ogni informazione presente.

Nel caso dei pazienti succitati probabilmente questa valvola si è aperta parzialmente permettendo al soggetto di padroneggiare un’informazione, un intero linguaggio, senza essere passato attraverso il normale percorso di apprendimento.

Ora torniamo a noi che ad occhi chiusi aspettiamo con pazienza che compaia qualche cosa.

Se avete la mente sgombra da riferimenti di vita quotidiana, da ricordi vari od altro, quello che potreste vedere è frutto dell’attività mentale dei vostri cromosomi a livello cerebrale. Dico mente sgombra, perché come quando guardate le stelle, se vi è inquinamento luminoso, ne vedete poche, e i vostri pensieri corrispondo a questo, ma se continuate a osservare il cielo allontanandovi da sorgenti di luce, allora il numero di stelle che potrete vedere aumenta considerevolmente.

Allora continuate e tenere gli occhi chiusi e guardate cosa compare.

Dopo un po’ di allenamento incomincerete a vedere immagini abbastanza nitide, che possono essere paesaggi, scene di vita quotidiana, oggetti, scorci di paesi o città, od ancora (a me è capitato) una fiancata di un’astronave con lo sfondo del cielo stellato.

Ciò che dovete fare è cancellare dall’osservazione quello che già conoscete, che avete visto da qualsiasi parte, che vi è stato descritto, che in qualche modo fa riferimento alla vostra vita attuale poiché potrebbe essere un dato intruso del cervello) per concentrarvi soltanto su ciò che non avete mai visto, mai vissuto, su quei dettagli, anche loro importanti, che vi fanno capire che ciò che state osservando davanti ai vostri occhi chiusi, appartiene ad una conoscenza universale, della quale, in quel momento voi siete interpreti, voi approcciate, voi penetrate.

Certamente non è un esercizio facile, ne dà risultati in tempi brevi, ma se la pratica si potrà diffondere è certo che qualcuno, fortunato lui, riuscirà a bypassare il blocco esistente, ed ad accedere ad un mondo di conoscenze superiori che sono il motivo della nostra ricerca di vita.

In un prossimo articolo altri dettagli.

Buon viaggio ad occhi chiusi, da svegli, mi raccomando!